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A. IV, se. 3. B (pp. 182-3): «Erm.... in modo che quello che prima l’aveva si morde le mani, parendoli aver perso, per poco tempo, una gran ventura... Erm. L’amor e l’affetto mi lacerano e mi squartano con tanto dolore ch’io non m’immagino il maggior quello d’un traditore legato alle code di dua possenti cavalli». — L: «Erm.... in modo che quel Ruffo che l’avea si morde le mani, parendoli, in poco tempo, aver perduta una gran ventura. Marc. Orsú! Basta. Io voglio essere fin in piazza. Erm. Se volete nulla, verrò anch’io. Marc. No, no. Resta pur a tua comoditá; e pensa di far quello ti ho detto, se hai caro tenermi contento. Erm. Mio padre, io v’ho promisso di far quel ch’io potrò. Oh mia mala sorte! Non era assai il dolore ch’io ho, che, ad ogn’ora, temo che non partorisca, senza aggiungermi quest’altro? Oimè! L’amore e l’affetto mi lacerano con tanto dolore che a pena lo posso sopportare».

A. iv, se. 4. B (pp. 184-5): e Erm. Di’ a questo modo. La t’intenderá bene... Erm. Io li dissi pur che aspettassi. O Paulino!». — L: «Erm. Di’ a questo modo. Ella ti intenderá bene. Diavolo che tu non tenga a mente 1 M. Pas. Io tengo benissimo. Erm. Basta. Va’ via, camina. M. Pas. Uh! Signore! Erm. Aspetta. Io vo’ che tu porti un’altra cosa. Paulino! o Paulino! Non odi, sciagurato? Olá!».

A. IV, se. 5. B (p. 185): e Erm. Sempre vuoi ch’io t’abbi a chiamar cento volte. E gran cosa questa!... Erm.... e portateli, fra voi dua, alla Fiammetta». — L: «Erm. Sempre vuoi ch’io t’abbia a chiamar cento volte. È gran cosa questa! Va’ trova quattro fiaschi di trebbiano; e portateli, fra voi due, alla Fiammetta» .

Ivi. B (pp. 186-7): «Paul. Che mi toccavi voi?... M. Pas.... Ma, per adesso, andrò senza pianelle. Va’ fidati poi tu di fanciulli! Ei ridicono ogni cosa». — L: «Paul. Che mi toccavate voi? M. Pas. Lèvamiti dinanzi, sciagurato! che postú arrabbiare! Paul. O porta i fiaschi da te, scanfarda! M. Pas. Va’ poi e fidati di questi morbetti! E’ ridicono ogni cosa».

A. iv, se. 7. B (p. 190): «M. Pas. Oh! Marcantonio, perdonatemi... Marc... e fa’ che non ne parli con persona». — L: «M. Pas. Oh! Marcantonio, perdonatemi. Elle mi avevano ditto ch’io non dicessi nulla. Marc. Orsú! Vattene in casa, cicalaccia! e fa’ che tu non parli con persona».

Mi rimangono ora da fare altre due avvertenze, rispetto al titolo e rispetto al luogo dell’azione. Il titolo, precisamente come accadde a quello della Calandrici, oscillò di continuo nelle edizioni (e, per riflesso, anche negli studi storici e critici) fra le due forme Aridosio e Aridosia; con decisa prevalenza della prima forma, che è quella offertaci, come abbiam visto, anche dalle tre stampe piú antiche. Ma, ad assicurarci che il solo e vero titolo è, invece, Aridosia (ossia ’commedia di Aridosio’), bastano le prime parole del prologo che non so come abbiano potuto cosí ostinatamente