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altrui. Ma non par curioso che Lorenzino de* Medici avesse a soffrire di una cosí grande sbadataggine?

Fortunatamente, il problema potè esser risolto mediante il confronto del cod. Laurenziano con una lettera veramente autografa del Medici a Ruberto Strozzi, in data «Di Parigi alli 17 di Luglio 1544», che si conserva nel R. Archivio di Stato di Firenze (Carte Strozzi Uguccioni, filza 135, p. 23) e di cui feci eseguire la fotografia1. Cosí apparve chiaro che il carattere d~! codice non è quello stesso della lettera: poiché, se il tipo generale delle due scritture offre, è vero, qualche somiglianza ingannatrice, vi sono però, fra l’una e l’altra, non poche sostanziali disformitá che impediscono di riconoscerle della stessa mano. Possiamo, insomma, esser certi (e a tale certezza m’indusse anche il giudizio autorevolissimo del prof. Enrico Rostagno che, piú e meglio di me, vide le disformitá suddette e cortesemente richiamò su di esse la mia attenzione) che il cod. Laurenziano, a differenza di quanto suppose il Bandini, non è niente affatto autografo. E, una volta riconosciuto ciò, possiamo anche spiegare piú agevolmente quelle certe distrazioni, a cui piú sopra accennai, che, da parte dell’autore, sarebbero tutt’altro che naturali. Quanto poi agli emendamenti che il cod. Laurenziano presenta e che potevano farci inclinare verso la sua autografia, non è improbabile che essi pure sian prodotti dalla medesima causa; dalla fretta, cioè, e dalla disattenzione del copista: a cui potè accadere talvolta, seguendo lo svolgimento del pensiero piuttosto che la precisa espressione letterale, di sostituire parole sue proprie a quelle che gli stavan dinanzi e di ristabilire poi subito la vera forma quando, nel posar di nuovo l’occhio sull’originale che esemplava, veniva ad accorgersi dell’involontario errore commesso. Questa l’ipotesi che mi sembra piú verosimile per spiegare i suddetti emendamenti: giacché il loro carattere d’immediatezza esclude in modo assoluto, mi pare, che possa trattarsi di una collazione posteriore eseguita su qualche manoscritto diverso da quello sul quale la copia fu condotta.ì

  1. L’esistenza di questa lettera mi fu rivelata da L. A. Ferrai, Lorenztno de’ Medici e la societá cortigiana del Cinquecento, Milano, Hoepli, 1891, p. 431: se non che, per uno di quei deplorevoli ma inevitabili errori tipografici che son poi causa di una gran perdita di tempo, egli indicò, delle carte Strozzi Uguccioni, la filza 133 invece della 135.