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L’ARIDOSIA

Angelo Maria Bandini, illustrando i nuovi manoscritti venuti a far parte della Biblioteca Laurenziana, dopo aver brevemente descritto il cod. Mediceo Palatino 99 ov’è contenuta la presente commedia, lo dichiarò «forte autographus»1: attribuendogli cosí una singolare importanza e costringendo a fare i conti con esso chiunque si proponesse di intraprendere una nuova edizione di quest’opera drammatica di Lorenzino de’ Medici. Quali fossero i motivi di tale sua persuasione il dotto bibliotecario non si curò punto di dire. Ma possiamo, in qualche modo, congetturarli per mezzo dell’esame interno del codice; possiamo, cioè, supporre che egli fosse indotto ad ammetterne l’autografia da certe correzioni, della stessa mano del testo, che vi si trovano sparse qua e lá e che sono, talvolta, di tal natura da sembrare veri e propri pentimenti e ritocchi del medesimo autore.

Ne riferisco qui alcuni esempi. A e. 2 t (le carte non son numerate, ma mi son dato cura io stesso di contarle via via) l’estensore del codice aveva scritto: «Certo è com’io dico che la maggior parte de costumi»; poi cancellò «dico» e vi sostituí «t’ho detto». — A e. 8 aveva scritto: «gli haresti piú compassione che certo gli havete»; poi cancellò «certo» e vi sostituí «non». — A e. 11 aveva scritto: «se ti viene bene dilli la cosa come la sta»; poi, dando un tutto diverso movimento al periodo, cancellò «la cosa come la sta», vi riscrisse sopra «come io te l’ho tolta» e continuò senza interruzione «per forza, ch’io vorrei», ecc. — A e. ut aveva scritto: «non voglio aspettare piú che a venti quattro hore»; poi, cancellato «a», vi sostituí «in sino». — A e. 14 t aveva scritto: «Dunche»; poi lo cancellò e riscrisse accanto «Dunque non»; poi cancellò anche queste parole e riprese, per la terza volta, a scrivere «dunque credete voi che le passioni» ecc. — A e. 17 t aveva scritto: «è la piú

  1. Bibliotheca Leopoldina Laurentiana seti Catalogus manuscriptorum qui. Laurcntianam translati sunt, Firenze, 1791-97, in, 292.