Noferi. E qui lo Spinola
c’ha aver in ricompenso dell’oltraggio
che gli fu fatto, Fazio? Bernardo. Io son benissimo
satisfatto e mi basta la suo’ grazia. Fazio. Io son, Noferi, sempre paratissimo
di compiacerli in quel che sia possibile;
che le suo’ qualitá troppo mi piacciono. Giulio. Potresti, Fazio, ben con vostro comodo,
farli un gran benefizio. Fazio. Un benefizio? Giulio. Un benefizio, messer si, grandissimo. Fazio. Chieggami ciò che vuol. Giulio. Perché e’ si perita,
lo dirò io. E’ vorrebbe la Livia
vostra figliuola per isposa. Noferi. Odi tu?
Gli è da fare. Fazio. Io ci penserò. Ma che animo
è il suo? Giulio. Quel che vi piace. Noferi. I’vo’ che l’abbia
a ogni modo, Fazio. Giulio. Ed ei promettevi,
si come io, di pigliarsi per patria
questa bella cittá, che molto piacegli. Noferi. Non è piú da pensarci. Fazio. Andiam adagio.
Che dote vorrebb’egli? Giulio. Niente. Bastagli
avere la fanciulla; e promettevi
ancora di dotarla, in quel medesimo
che vi diam noi. Fazio. Io son contentissimo,
se gli ha cotesta voglia. Bernardo. Io non desidero
altro.