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atto quinto | 429 |
Albizo. Che non si cura piú darmi l’Emilia.
Bolognino. Questo mi piace. E di Spinetta?
Albizo. Dissemi
che l’è in casa di messer Rimedio;
e che ci è il padre; e che l’è molto nobile;
e che questi danar son d’un da Genova
che me la fará aver, se amorevolemente
gne ne vo’ rendere.
Bolognino. E promessoli
avete?
Albizo. Si.
Bolognino. Starem a veder l’esito.
I’ non vo’ dir piú nulla, ch’el saeppolo
mio non ci aggiugne. Ma quando s’ha ’ntendere
la risposta?
Albizo. Egli vuol, prima, con Fazio
parlar ed anco con questo tal giovane.
E l’ho aspettare in piazza.
Bolognino. Perché stiamoci,
che non andiamo?
Albizo. A dirti il vero, i’ spasimo
di veder la Spinetta.
Bolognino. Eh! Gli è un perdere
tempo! Non si fare’ a finestre. Andiamcene:
che, se Fazio ci truova, forse scandalo
sarebbe.
Albizo. Tu di’ ’l ver. Di qui leviamoci.
SCENA X
Gianni servidore solo.
I’ ho cercato, con gran diligenzia,
quasi tutto Firenze; né ho possuto
Alamanno trovar. Ma, in quello scambio,,
ho trovato Bernardo (che or Giulio