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424 i bernardi

          i preti e’ frati, che peggio che diavoli
          sono, e gli fa star, sua è la causa
          di amenduo noi ch’abbiam a far co’ diavoli.
          Andiam insieme.
          Cambio. A dirti il vero, Fazio,
          or i’ non posso: perché a Lippo Ruffoli
          mio cugino ed a Coppo e ad altri ho detto
          che sien qui acciò che, in tal caso, aiutimmi;
          e, s’i’ venissi, e’ non mi tro verrebbero.
          E però va’ da te; poi, bisognandoti,
          verrò ancor io.
          Fazio. Orsú! Voglio far subito
          quel e’ ho da far per ciò che ben è battere
          il ferro mentre è caldo.
          Cambio. Or va’, ch’aiutici
          Iddio.
          Fazio. Cosí gli piaccia. Resta, Cambio.
          Cambio. Da poi ch’i’ resto qui sol, vo’ rimettere,
          a buon conto, il chiavistel ne l’uscio;
          e poi tanto aspettar che costor venghino.
          Sarebbon questi? Oh! Gli è messer Rimedio
          e un altro. Gli è ben che io séguiti
          il fatto mio; ch’i’ so che me non vogliono.

SCENA VIII

Messer Rimedio, Girolamo, Cambio vecchi.

          Messer Rimedio.  Questo m’ha detto un certo Lippo Ruffoli
          suo cugino.
          Girolamo.  Di chi?
          Messer Rimedio.  Di questo Cambio,
          che, come avete inteso, ha serratolo
          in casa.
          Girolamo.  Oh grande Iddio!
          Messer Rimedio.  Deh! Rallegratevi;