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416 i bernardi

          Piro.  E’ mi par aver visto questo vecchio
          un’altra volta. Padron, i’ sto in dubbio
          se gli è quello, sapete? che giá dissivi
          che ebbe la Spinetta. Gli è quel proprio;
          gli è desso certo.
          Bernardo.  È desso?
          Piro.  Senza dubio;
          lo riconosco.
          Bernardo.  Falli riverenzia
          e, come si convien, datti a conoscere;
          che ci sará un buon mezzo a convincere
          le cause che abbiam.
          Noferi.  Molto mi guardano
          questi duo forestier.
          Piro.  Iddio salvivi,
          padron mio.
          Noferi.  E te ancor. Ma non conoscoti.
          Bernardo.  Non è gran fatto, essendo piú di dodici
          anni che noi vedesti.
          Piro.  Ricordatevi
          voi di Piro che, collo amiraglio
          delle galee del viceré di Napoli,
          fu a Livorno allor che noi lasciammovi
          la povera Spinetta?
          Noferi.  Ah! ah! Or ricordomi
          di te. Tu se’ quel Piro, ch?
          Piro.  Quel proprio.
          Noferi.  Voi siete e’ ben venuti. Ma dispiacemi
          avervi a dir cosa che non piccolo
          dispiacer vi dará. Oggi, in sul vespero,
          non vi so dir da che spinta, partitasi
          Spinetta è di mia casa; e non m’immagino
          dov’esser possa.
          Bernardo.  Lo sappiam benissimo.
          La fu sviata da un certo Albizo,
          sotto coverta di tòrla per moglie.