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atto querto 403


SCENA X

Aldabella, Albizo, Bolognino.

          Aldabella.  Che ho io a dir, or, come io trovo Albizo?
          Che la Spinetta, lasciandosi svolgere
          alla prima, n’è ita con quel giovene?
          Di grazia. Che scusa troverò io che li cappia,
          per la qual io gli possa dare a credere
          di non l’aver tradito? Ma oimè! Eccolo.
          Bisogna far del cuor ròcca. Or aiutati,
          lingua, se mai valesti; ch’a proposito
          è ora. Io voglio in molta angoscia fingermi
          e far l’afflitta. Oh me meschina! Oh povera
          me! Come farò io? e con che animo
          ho io andar inanzi al mio caro Albizo?
          Albizo.  Ella si duole.
          Bolognino.  E’ par che la vi nomini.
          Albizo.  Stiamo ascoltar.
          Aldabella.  Come potrá ei credere
          che la non abbia avuto pazienzia
          d’aspettarlo?
          Albizo.  Oimè!
          Aldabella.  Questo disordine
          ha fatto ei col suo si lungo indugio.
          Albizo.  O Bolognino, io son morto.
          Bolognino.  Oh rea femmina!
          Costei ve l’ha appiccata.
          Albizo.  Oh sorte pessima!
          Aldabella.  Ma eccolo qua appunto. Dio vi consoli.
          Bolognino.  Si; che tu l’hai con le tue divine opere
          in modo concio che n’ha un grandissimo
          bisogno.
          Aldabella.  Or to’ or questa! Io son causa,
          dunque, d’ogni suo male?