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atto querto 397

          il fratello. Ti sei lasciata svolgere,
          meschina te! perché tu non consideri
          che fine sará ’l tuo.
          Messer Rimedio.  Orsú! Non piagnere.
          Girolamo.  L’ha ragion. I’ ancor tener le lagrime
          non posso.
          Bernardo.  Non facciam qui tante storie.
          Lasciatem’ir pel servidor.
          Messer Rimedio.  Ascoltami,
          fratel. I’vo’ che tu ti lasci svolgere
          a me e che ti attenga al mio consiglio,
          r vo’ che tu mi lasci questa giovane,
          o tuo’ sorella o altri che sia (odimi),
          qui, in casa mia: che si stará con mogliama,
          e non con altri, in fin che questo dubbio
          sia resoluto se tu se’ quel Giulio
          che tu ci di’ e se questo è Girolamo
          che tu nieghi e che egli afferma d’essere;
          e, se tu ara’ ragion, io promettoti,
          da gentiluomo ch’i’ sono, di renderla
          a te proprio. Che ne di’?
          Bernardo.  Che quietomi,
          se piace a lei.
          Messer Rimedio.  E tu che di’?
          Spinetta.  Ahi misera
          me! Io farò quel che vi piace.
          Messer Rimedio.  Or vattene
          qua in casa.
          Bernardo.  Va’ pur: che io sarò subito
          qui con Piro; ed alfin sará’lietissima.
          Messer Rimedio.  Gianni, chiama le serve, che la menino
          su. s,
          Gianni.  Olá, Pasqua! Mena questa giovane
          dalla padrona, su, nell’anticamera.
          Messer Rimedio.  Or va’ via a tuo’ posta. E fa’ che menici
          qui il servidor, che si ritruovi il bandolo