Girolamo. Che gli è un pessimo
assassino e un baro; ch’attribuiscesi
il nome del mio figliuolo che uccisomi
ha. Bernardo. Che mi dite voi? Non vo’ rispondere
come meriteresti; ma sol dicovi
che io son udoi da ben. Messer Rimedio. Non puoi essere
uomo da bene, se attribuisciti
il nome d’altri. Bernardo. Come attribuiscomi
il nome d’altri? Io dico che son Giulio ^
Fortuna, da Palermo, e di Girolamo
figliuolo. Girolamo. Mio figliuol non sei tu. Bernardo. Sommelo,
cotesto, perché tu non se’ Girolamo
Fortuna. Girolamo. Cosí non fuss’io, povero
me! Bernardo. E ben pover! Guarda se sa fingere!
Come se, altra volta, non avessimi
parlato e detto che eri da Trapani!
Ma tu non mi trapanerai. Girolamo. Io dissilo,
si, ma per iscoprir me’ le tuo’ trappole. Bernardo. Trappole son le tua. Messer Rimedio. Io dubito
ch’e’ non sien duo ribaldi. Bernardo. Questa giovane
chiarirá il tutto; che, se sei Girolamo,
saresti ’l padre suo. Messer Rimedio. Riconoscetela
voi, Girolamo? Guardate. Bernardo. Si; guardala
bene.