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392 i bernardi

          Spinetta.  Cosí farò.
          Bernardo.  Io son da Genova
          venuto per maritarti; e a quest’Albizo
          ti darò, se egli ti vorrá.
          Messer Rimedio.  Lasciateli
          prima parlar a me; né cosí subito
          vi scoprite.
          Girolamo.  Si ben.
          Gianni.  I’ farò il mutolo.
          Messer Rimedio.  Non dico a te; non ha’ a parlar tu. Giovane,
          dove ne vai con cosí bella femina?
          Bernardo.  Qui presso, gentiluom. Perché voletelo
          cosi saper?
          Messer Rimedio.  Per ben. Che apartieneti,
          se ti piace?
          Bernardo.  Quest’è una mia sirocchia,
          che gran tempo è ch’i* non la vidi; ed oggi
          l’ho ritrovata.
          Messer Rimedio.  Onde sei?
          Bernardo.  Di Cicilia.
          Messer Rimedio.  Di qual cittá?
          Bernardo.  Palermo.
          Messer Rimedio.  Come chiamiti?
          Bernardo.  Giulio Fortuna.
          Messer Rimedio.  E ’l padre tuo?
          Bernardo.  Girolamo.
          Messer Rimedio.  Che fai in questa terra?
          Bernardo.  Adesso stomici
          per mio sollazzo. E giá ben fui essule
          da casa mia; ma or son fatto libero
          e poss’ir dove i’ voglio.
          Messer Rimedio.  E la sirocchia
          com’ha nome?
          Bernardo.  Spinetta.
          Messer Rimedio.  Or vo Girolamo,
          che dite contr’a questo?