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atto querto | 391 |
SCENA VII
Messer Rimedio, Girolamo ciciliano vecchi, Gianni servidore.
Messer Rimedio. La prima cosa, i’ vo’ ch’alia «Graticola»
andiam e domandiam con diligenzia
di lui; che, se per sorte ivi troviamolo,
state sicuro ch’i’ gli farò mettere
le man a dosso.
Girolamo. O messer Rimedio,
certamente io arò con voi tropp’obligo.
Messer Rimedio. Non vogli’ obligo alcun, che troppo increscemi
di voi. Vienne anco tu, Gianni.
Gianni. Eccomi.
Messer Rimedio. Quest’è la nostra strada.
Girolamo. Oh, per Dio! Eccolo
di qua.
Messer Rimedio. Qual è?
Girolamo. Colui e’ ha quella femina
con esso seco.
Messer Rimedio. Oh! Costui è un publico
ruffian. Io non ne vo’ piú. Aspettiamolo.
SCENA VIII
Bernardo Spinola, Spinetta fanciulla, Messer Rimedio,
Girolamo, Gianni.
Bernardo. Non temere, Spinetta; e non piangere:
che tu ha’ avuta una sorte grandissima,
che io t’abbi trovata. Meglio abbatterti
non ti potevi. Sta’ pur in proposito
di dir ch’i’sie tuo fratel. Questo è ottimo
partito ed ancor piú onorevole
per te.