Pagina:AA.VV. - Commedie del Cinquecento, Vol. II, Laterza, 1912.djvu/402

390 i bernardi

          Fazio.  Fa’ quel che dicoti.
          Non ti dar tanti impacci; ch’or ir voglione
          in casa.
          Bolognino.  Oimè! ch’e’ vi troverrá Albizo,
          che fardello fará con suo’ man proprie.
          Senio spacciati!
          Facchino secondo.  Non bisogna fingere.
          Pagaci, prima, e poi teco lamentati
          quanto ti par.
          Bolognino.  Oh Dio! Che rimedio
          sará il nostro?
          Facchino primo.  Pagaci. Pur forbice!
          L’è quella bella.
          Bolognino.  Che vi venga il canchero!
          Andatevi con Dio. Su! Levatemivi
          dinanzi, ch’orama’ m’avete fracido.
          Facchino secondo.  E a te venga lo mal di san Lazzero!
          Bolognino.  Non vi vo’ pagar, dico.
          Facchino primo.  E co’ diavolo
          fará’non ne pagare?
          Bolognino.  Ignorant’asino!
          Facchino primo.  E chiami asino me?
          Facchino secondo.  Dalli del cercine.
          Or, cosi.
          Facchino primo.  Vo’ ch’empari a voler dondolo
          de’ fatti nostri.
          Bolognino.  Ah! S’i’non fussi a l’uscio
          del padron...
          Facchino primo.  Che faresti?
          Bolognino.  I’ vogl’irmene;
          che, stando qui, sarebbe doppio scandalo.
          Vi troverrò altrove.
          Facchino secondo.  Vo’ che trovici
          allo «Frascato».
          Facchino primo.  Di calcagni pagaci!
          Facchino secondo.  Orsú! Quest’altra volta farem meglio.
          Andiamone con Dio. Pazienza!