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384 | i bernardi |
Albizo. Per Dio, questo mi piace. Sii! sii! Faccisi.
Va’ per duo figli.
Bolognino. Andrò. Ma vedete, Albizo,
non riuscendo netta, non riversisi
la broda a dosso a me; che penitenzia
non vo’ far de’ peccati d’altri.
Albizo. Credi tu
ch’i’ lo facessi mai?
Bolognino. Voi siete giovane
e saresti scusato. Io sarei il perfido
ch’are’ fatto e detto. E sai? Punisconsi,
e’ nostri par, senza misericordia.
Albizo. Io lo so; ma non dubitare. Spacciati!
Va pe’ facchin, adesso; ma prim’aprimi
l’uscio.
Bolognino. Oh! Gli esce di casa a punto Cambio.
Non vo’ vi veggia entrar in casa.
Albizo. Piacemi
cotesto aviso. Aspettiam che ei partasi
di qui; poi enterrò: si che non abbia
de’ nostri affar a dar ragguaglio al vecchio.
SCENA IV
Cambio vecchio, Bolognino servidore, Albizo giovanetto.
Cambio. Vedi che pur le golpi anco si pigliono!
I’I’ho serrato dentro nella camera
terrena; e le finestre ho tutt’a nottola
suggellate. Or vogli’anch’a l’uscio mettere
il chiavistello e serrarlo benissimo
a chiave. E, se li scappa poi, tignimi!
Bolognino. Oh! Che pensier è ’l suo? E’ serra l’uscio
a chiavistello?
Albizo. Certo, debbono essere
le donne fuori.