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atto terzo 377

          ma posso ancor tornarmi nella patria:
          e rendute sarannomi le rendite
          ch’avea perse. E, per levarvi il dubbio
          ch’avete, vo’ che leggiate (essendovi
          di piacer) la patente che mi libera
          da ogni pena. Tenete; leggetela.
          Girolamo.  Mostrate.
          Bernardo.  Ecco il sigillo dell’imperio
          e di Sua Maestá.
          Girolamo.  Oh Dio grandissimo!
          Bernardo.  Che avete? Voi piagnete?
          Girolamo.  Per letizia
          ch’i’ ho di voi.
          Bernardo.  Gli è per vostra grazia.
          Intendetela voi?
          Girolamo.  Si, fo benissimo.
          Ah Dio!
          Bernardo.  Pur sospirate?
          Girolamo.  Io rallegromi
          del vostro bene. E, perché d’una patria
          si può dir che noi semo, io desidero,
          quel tempo che ci ho a stare, star continovamente
          con esso voi.
          Bernardo.  Son contentissimo.
          Ma mi convien lasciarvi ora, che ho obligo
          di ragionar con un cose ch’emportano;
          che è molto lontan di qui.
          Girolamo.  Piacendovi,
          vi terrò compagnia.
          Bernardo.  Vi ringrazio;
          ma mi bisogna esser solo. Volendomi
          poi ritrovar, io son da Santo Spirito,
          di lá dal fiume, alloggiato; e li aspettovi.
          Ma, per ora, vi lascio.
          Girolamo.  Udite.
          Bernardo.  Piacciavi