Bernardo. Piro, sii! Partiti
di qui; va’ all’albergo; e pon’l’orecchio,
se tu sentissi, o l’oste o altri, dire
di me cosa veruna. E tutto sappimi
riferire. Piro. Sta ben. Bernardo. Fa’ che mai partati
di quivi. Piro. Cosí farò. Bernardo. Or che deggio
far io? Per quanto io ho veduto e veggio,
tutta questa cittá mi par che m’abbia
fatto congiura contro. L’uno dicemi
ch’io gli ho rubato el suo; e l’altro accennami
ch’i’ voglia tórli l’onore. Non possomi
imaginar onde possa procedere.
In quanto a me, i’ so che mai ingiuria
non fé’ad alcun, se non è questa pratica
ch’i’ ho di questa donna che quivi abita.
Ma non l’ho poi rivista da domenica
in qua; e, benché dica questa femina
di far e dir, Die ’l sa se ella dicemi
il ver! ma, quando ’l dica, non conoscemi
per nome proprio. Adunque, non può essere
questo. E poi gli è consuetudine,
in tutto il mondo, di cercar a’ giovani
lor venture. Egli è ben che io séguiti
la ’mpresa. Ma, da qui innanzi, io delibero
di non mi chiamar piú Bernardo Spinola;
E sará anco un mezzo a aver notizia
di lui ch’i’ cerco: perché potrebb’essere,
chiamandomi cosi, che all’orecchie
gli venissi il suo nome; e fia sollecito
in cercar me, com’io lui cerco. E libero
sarò, ’ntanto, da si fatta molestia
ch’i’ ho pel nome mio. Cosí risolvomi.