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atto terzo | 365 |
SCENA Vili
Fazio vecchio, Bernardo Spinola, Piro servidore.
Fazio. Questo consiglio che m’ha dato Noferi
non mi dispiace; che non ci è pericolo
alcuno. I’ vo’ cercar con diligenzia,
prima, queste osterie. E dica Cambio
quel che li par, che cosí mi delibero.
Bernardo. Quand’io sono alla casa, tu può’irtene
alla stanza; perché, nel ver, lasciandovi
si grossa somma, non sto mai coll’animo
posato.
Piro. Umbe’?
Bernardo. Cosí fa’; ed ivi fermati,
tanto ch’i’ torni.
Fazio. Questo parmi un giovane
el qual dell’osteria della «Graticola»
veddi or uscir. Vo’ cominciar quest’opera.
Domanderonne lui; che i gentiluomini,
comunemente, altrui piú ’l vero dicono.
Buon giorno, uomo da ben. Di grazia, ditemi:
non vi vidd’io or or della «Graticola»
uscire?
Bernardo. Come «uscir della graticola»?
De l’osteria, volete dir voi.
Fazio. Intendesi
ben l’osteria; che quella è la sua insegna.
Bernardo. Io non so giá se vo’ vedesti uscirmene.
Ma n’uscii ben adesso.
Fazio. Si: io viddivi.
Bernardo. Non è gran fatto. Ma che domandarmene
vi muove, gentiluomo?
Fazio. I’ vorre’ intendere