due figliuoli, un maschio ed una femina.
De’ qual non so s’alcuno è vivo: che
il maschio, ch’era maggior, che si nomina
(s’è vivo) Giulio, per un certo scandalo
ebbe bando e non so dove possa essere,
che, ’n tanto tempo, non pure una minima
novella ho di lui avuta; e la femina
anco non so di certo dove trovasi,
benché di lei ho pur qualche indizio. Messer Rimedio. Dove pensate che sia? Girolamo. Credo a Napoli. Messer Rimedio. Come cosí a Napoli? Girolamo. Dirovelo.
Dopo ch’el mie’ figliuol si parti, un sedici
mesi o cosi, sendo dagli aversari
mia molto mal trattato e conti novamente
portando non piccol pericolo
di esser amazzato (oltre che perdita,
per tal conto, ave’ fatta d’una rendita
di secento ducati), fé’disegno
al tutto di mutar patria: onde, preso li
mia arnesi, con la detta picciola
mia figliuola, per ciò che la mie’ donna
giá s’era morta, imbarcai; con animo
di pigliar una terra, qui d’Italia,
qual piú mi fussi a grado, per mia patria.
E, come io fu’ nel mar, ebbi contraria
sorte: per ciò che, dopo gran pericolo
_ d’una fortuna, fummo ben da quindici
fuste di mori combattuti; e, ’n ultimo,
fummo prigioni. Messer Rimedio. Per Dio, fu ben pessima
la sorte! Girolamo. Udite pur. Messer Rimedio. Dite. Girolamo. Ma, subito