Bolognino. Non può una ruffiana far buon’opera. Albizo. S’intende, buona per me; che non curomi
del resto. Bolognino. Deh! Ve’ come e’ passi annovera! Aldabella. Die vi dia el buon di, Albizo. Bolognino. E io rimangomi
nelle secche, ch? Albizo. Buon di. Aldabella. Oh! Perdonatemi,
ch’i’ mi pensai col saluto medesimo
salutar anco voi. Albizo. Si; che dependere
da’ lor padroni e’ servidori sogliono. Bolognino. No; che, mangiando voi, non potre’ empiermi
però il corpo. Albizo. Quando io in buon essere
mi troverrò, stara’ anco tu benissimo. Bolognino. Io lo so; e con lei burlava. Albizo. Or ditemi
un poco, mona Aldabella: in che termine
è la mia cosa? Bolognino. Or cosi. Questo importaci
piú che le burle. Aldabella. Ho fatta tutta l’opera
che vi promessi. Albizo. Che? Aldabella. Ch’a l’ora dettavi
sará a casa mia. Basta? Bolognino. Ehi, gioia
mia! Albizo. Io vi resto obligatissimo. Aldabella. Albizo, le parole non mi sogliono
empiere il corpo. Bolognino. Si: le donne vogliono
fatti e non parole. Albizo. Io paratissimo
son darli fatti a ogni mò.