Bernardo. Ascolta. Voglioti
dire ogni cosa. E prima vo’ che sappia
che Giulio, giá tuo padron, amicissimo
mi è. Ed a Pisa facemmo amicizia
quando ciascun di noi vi stette a studio,
che è giá un tempo; benché di Girolamo
suo padre non avev’io notizia
perché mai non lo veddi. E, quando ’l tempo
fu che gli ebbe bando di Cicilia
con taglia dietro, al primo volo, a Genova
se ne venne, a casa mia; e, lasciatimi
mille scudi che avea, ch’i’ dessi a cambio
per lui, si diparti; e qui in Italia
mi disse di voler fermarsi, l’abito
e ’l nome proprio e ’l casato mutandosi
acciò non fussi conosciuto. Piro. Piacemi. Bernardo. E cosí fece. Ed hammi scrítto lettere
pur assai, che l’ho avute tutte, dandomi
aviso come era qui, benché dettomi
non ha con chi si stia né come chiamisi:
onde non gli ho mai potuto riscrivere,
se non due volte che non so che uomini
mi mandò a posta; né ancor notizia
ebbi con chi e’ fussi, né del nome,
perché di lor non si fidò. Piro. Gli è cauto. Bernardo. Ma io ho atteso, come fedelissimo
amico suo, a levargli la taglia
ed a far si ch ’e’ possa nella patria
sua ritornar e riaver le rendite
ch’ave’ perdute; ed allora promessoli
avea venir qui dove trovavasi.
Ora, per mezzo del principe Doria,
l’ho ottenuto; ed apresso di me trovomi
la patente come gli è al tutto libero
da ogni pena.