Fazio. Ve’ con quant’astuzia
e con che falso modo mi fé’intendere
ch’era stato ferito e che toltogli
eran suti i danari! Cambio. Che disegno
era ’i suo? Fazio. Come e’ s’avea le suo’ voglie
cavate della tua figliuola, fingere
d’esser tornato qua e darmi a credere
quel che giá ave’ incominciato. Cambio. Oh nequissimo!
Gli ordiva prima e po’ voleva tessere
la tela della sua propria tristizia
che or s’è scoperta. Fazio. E però vo’ la lettera
nelle man, se ti piace: acciò, scoprendosi
mai o in alcun luogo ritrovandolo,
possa del mio valermi, intendi? Cambio. Tientela:
con questo, che, se non ti è necessario,
mai non la mostri. Fazio. Tel prometto. Cambio. Oh poveri
noi! Fazio. Lasciamo il lamentarci, Cambio.
Pensiam, piú tosto, a trovar il rimedio
a questi nostri mal. Cambio. Fazio, consigliami. Fazio. Mal posso consigliarti; e’ ho la bussola
smarrita, come tu. Pur, quel che occorremi
dirò: ch’a te ed a me par salutifero
el porre alla finestra el contrasegno,
come ei richiede tua figliuola. Cambio. Diavolo
che tu voglia ch’i’ faccia una simile
cosa!