Di mercato ne vengo, dove ho compero
questo per desinar. Fazio. Non era ei meglio
pigliar un zanaiuol che tu medesimo,
cosí scoperte, portar tante bazziche? Cambio. Che zanaiuolo? Per niente! Paioti
uomo da zanaiuoli, io? Truovomi
una fanciulla grande, vo’ che sappia.
E bisogno non ho di darli biasimo,
ben sai; perch’oggidí, siamo in termine
che con fatica e a pena si maritano
quelle che han buon nome. Fazio. E che biasimo
danno i zanaiuoli? Io pur similmente
ho la fanciulla; e sempre servomi
di lor ne’ mia bisogni: e’ qua’ trovatomi
ho fedeli. Cambio. Tant’è: quanti son uomini
tante son anche l’oppinion varie.
Se tu la ’ntendi cosi, io intendola
altramente. Fazio. Se se’ di cotest’animo,
pigli’ almanco un garzone e di lui serviti;
e non ti alachinar cosi. Cambio. Iddie me ne
guardi! Garzone, ch? M’acconceresti
per le feste, ti so dir. Fazio. Perché domine? Cambio. Come «perché»? E qual sorte ci è d’uomini
che faccin piú faldelle, ove si truovano,
ch’e’ famigli? Ti mostri poco pratico,
Fazio, credimi. Fazio. Orsú! In quello scambio,
to’ la fante. Veggi amo. Cambio. Anche non piacemi. Fazio. Perché?