Non ti discostar mai dalla Lucrezia
e fa’ che la non esca mai di camera... Menica. Oh! Se gli bisognassi ire...? Cambio. Oh! Intendesi.
Ogni cosa a ragione. Menica. Oh! Cosí piacemi. Cambio. ...e che, sopr’ogni cosa, mai non facciasi
alla finestra. Menica. I 1 gliel dirò. Cambio. Dignene.
Che s’io lo posso mai spiare e intendere,
guai a lei! Menica. State pur di buon animo,
che ella non vi s’è per far minuzzolo. Cambio. E, se alcun pichiassi, non vo’ l’uscio
mai si apra. Aspetti pur tanto ch’i’ capiti
qui; e sia chi si vuol. Menica. Se qualche povero
non pichia, che ricerchi la limosina... Cambio. Mandali via. Non posso far limosine.
Io ho limosine troppe. Menica. Non bazzica
mai, qui, persona. Cambio. Orsú! Fa’ ch’i’ non abbia
a dolermi. E basta. Menica. Va’, che rompere
possa la bocca! E’ sarie me’ col diavolo
praticar che con un geloso e massimamente
quando gli è vecchio e fantastico
come costui: che, se non che è amorevole
la Lucrezia piú ch’alcun’altra giovane
che sia a Firenze, i’ staria prima a patti
di morirmi di fame ch’ai servizio
suo stare; che mai non ci lascia vivere,
né di né notte; e sempre cerca causa
di gridarci; e talor ci dá ad intendere