e troverrete questo esser verissimo
che i’ v’ho detto. Messer Rimedio. Tant’è, non accaggiono
piú parole; la ’ntenderò per agio.
Va’ via tu prestamente infino a Fiesole:
e fatti dal fattor mostrar e rendere
el conto a punto del gran che gli ha ’n prestito
dato, ed a chi; e cosí ancor l’olio
che si è fatto. E, se non vi fussi, aspettalo;
e fa’ che tu non torni senza intendere
il tutto, intendi? Gianni. Messer si. Messer Rimedio. Or spacciati. Gianni. I’ voglio andar infino in casa; e poscia
andrò. Messer Rimedio. No, no. V vo’ che vadia subito. Gianni. Se vi piace cosi, ecco che subito
vo. Messer Rimedio. Or va’ via. I’ mi son messo in animo
di levar tanti pissi e tante pratiche
ch’i’ veggio; che qualcosa bolle in pentola.
E però ho mandato questa bestia
via per un pezzo. In fine, questi giovani
ad altro mai, giorno e notte, non pensano
che a’ lor amori, a lor trame, a lor chiachiere;
e, quando co’ famigli s’accompagnano
in tal maniera, per fatta può’metterla.
Né mutan modo mai, se non s’amogliano.
Allor, alfin, si ferman come bestie
brave quando colle funi si legano.
Onde, per questa cagion, mi delibero
di dargli moglie. E, perch’i’ ho qualche indizio
ch’una, fra l’altre, figliuola di Noferi
Amieri, gli va a gusto, voglio ogni opera
far, non guardando a nulla, a fin che l’abbia.
Ma ecco fuor di casa el nostro Cambio