il pregar: che non volle; e, senza indugio,
dette volta al ronzin, che possa rompere
il collo! Fazio. Oh Dio! Che partito ho io a prendere? Bolognino. A mandar a Viterbo un uomo, subito. Fazio. E chi debb’io mandare? Bolognino. Mandate Albizo. Fazio. Cosí solo? Bolognino. Se io sono a proposito,
andrò in sua compagnia. E, s’abbia m lettere
di favore a chi ministra giustizia
o a qualch’amico, ben mi basta l’animo,
con Albizo, di far qualche buon’opera. Fazio. I* temo che non sia un gittare il manico
dietro alla scure. Bolognino. Eh! che non ci è pericolo. Fazio. Tu sai ben, tu. Poi, che può far un giovane
con un par tuo? Bolognino. Fate voi. Spendetemi
per quel ch’i’ vaglio. Fazio. Vo’ pensarci. Bolognino. Fatelo. Fazio. Ma dimmi: sa’mi tu dir dov’è Albizo? Bolognino. Alla Nunciata, a udir messa, dissemi
che andava. Fazio. Sta ben. Se torna, fermalo
a casa. Bolognino. Tanto farò. Or fa opera
la medicina. Dio voglia giovevole
ne sia a’ nostri bisogni. I’ vo’ subito
andar a cercar d’Albizo, che ei sappia,
se gli accadessi, a suo padre rispondere
ch’è presto alle sua voglie: che certissimo
son ch’alia fin, dopo molto dibattersi,
piglierá questo partito per ottimo;
che, benché lo ritenga un po’ el grandissimo