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atto primo | 319 |
Basta ch’el padre sia fuori ed ei lascila
in casa. E sia la soprascritta a Cambio;
ma sia disuggellata, acciò che leggerla
possa: che lo fará, perché le giovani
son sempre curiose de lo ’ntendere.
Alamanno. Se la non la leggesse?
Gianni. Oh! Se cadessino
i cieli?
Alamanno. Orsú! T’ho ’nteso. I’ vo’ tal ristio
correre. Andianne. Ma di casa Fazio
chi esce? È ei Bernardo? Ah! Gli è Albizo.
Che dira’ che mi par sempre vedermelo
inanzi?
Gianni. Cosí fa quel che desidera.
SCENA III
Bolognino servidore, Albizo giovanetto suo padrone.
Bolognino. Il mal vi siete fatto voi medesimo.
Voi medesmo el piagnete.
Albizo. Deh! Di grazia,
non mi dar piú passion che i* m’abbia.
Pensiam, piú presto, se e’ ci è rimedio.
Bolognino. Vi dirò ’l vero. A me non basta l’animo
di trovar se non quel ch ’e’ piú dar usano
negli altrui affanni.
Albizo. Quale?
Bolognino. Pazienzia!
Albizo. Ah Bolognin! Tu vuoi sempre la baia
con esso meco.
Bolognino. E voi usate termini
da volella. Dite un po’: chi costrinsevi,
potendo voi la Spinetta con comodo
aver in braccio, a domandarla a Noferi
per moglie?