Gianni. Chi? la Lucrezia
di Bernardo? Alamanno. La figliuola di Cambio
Ruffoli, si. Gianni. Dunque, si può conchiudere
che voi siete a un taglier medesimo
duo ghiotti. Alamanno. No. Bernardo la sua opera
mi presta in questo; ed io gli rendo il cambio
in trattener l’Emilia, di cui spasima
egli, non di Lucrezia. Gianni. Dch! Ve’ chiachiera!
E’ fa a l’amor per voi e voi il simile
fate per lui? Alamanno. Si. Gianni. Non posso intendere
questa cosa, né che diavolo muovere
vi possa a usar, in questo, simil termini.
Forse che siete di tal sorte giovane
che avete bisogno ch ’un uom simile,
che sta con altri, vi faccia aver grazia
colla dama, ch? Or non vi basta l’animo
acquistarla da voi, che è d’un povero
uomo figliuola? Alamanno. E perché l’è d’un povero
uomo figliuola, come di’, diffidomi
v io; e dirotti perché. Ella conoscesi
non aver dote: e non gli par essere
tal che per sposo un uom come me meriti;
ed, ogni di, mi fa favor piú debole.
Onde, vedendo a Bernardo piú facile
l’aquistarla, come amico, imposigli
che vi attendessi egli: intendendosi
che, se mai dello amor fusse a buon termine,
mettessi me nel grado suo; ed io il simile
facessi della Emilia, la cui grazia