Fazio.Ecco. Noferi.Io ti do l’Emilia,
in caso che se ne contenti Albizo. Fazio.Ed io cosí l’accetto. Noferi.Or solo restaci
che tu gliel dica e tu lo sappi svolgere
a questo, ch’è’l ben suo. Fazio.Ne son certissimo;
e son, dal canto mio, per farne ogni opera.
Ma non vo’ giá, quando ben si contenti,
ch’el parentado si scuopra, se l’animo
di questi mie’ danar non ho piú scarico. Noferi.Quest’è un caso che ’n picciolo spazio
si doverrá chiarire. Ti do un termine
di duo giorni, e sará’del tutto libero
o tu sará’in stato che potrassene
far el pianto. Fazio.Face ’egli, pur ch’i’ sappia
di che morte ho a morir! — Noferi.Mettiti in animo
el peggio ch’avenir ti possa; e poscia,
andando ben la cosa, ne ringrazia
Dio, come si de’ far d’un benefizio
ricevuto. Fazio.Cosí farò. Noferi.Or vattene
in casa e conta questa cosa a Albizo;
e di po’ fa’ che, passato le sedici,
i’ ti truovi in mercato. Fazio.Cosí facciasi.
Addio. Noferi.A te mi raccomando, Fazio.