Noferi.E fedel hai trovatolo,
ne l’altre tuo’ faccende? Fazio.Fedelissimo. Noferi.D’ond’è? Fazio.Mi dice egli esser da Genova
e di nobil famiglia; benché, pregami
ch’i’ noi vadia dicendo, che vergognasi
di star come gli sta. Noferi.Questo è il solito
di tutti que’ che son fuor della patria
e van per l’altrui case: farsi nobile.
Die ’l sa, po’, chi e’ sono! Pur, può essere.
D’ogni sorte va a torno. Come chiamasi? Fazio.Bernardo, par a me, di casa Spinola. Noferi.Ben, be’: gli è di gran casa. E per che causa
dice egli esser fuor? per la republica? Fazio.No, no. È pur per altro. Noferi.È un miracolo,
certo: che esser suol consuetudine
di simil gente per lo stato fingere
d’esser fuori; e di poi, spessissime
volte, si trova che son fuor per debito
e, talora, di mane ed altre simili
ribalderie. Ma ei del suo essilio
che cagion dice? Fazio.Ch’a uno omicidio
si trovò giá con certi. Noferi.Si può credere,
cotesto. E che ancora e’ sia nobile,
si come e’ dice: che ’n tale error caggiono
uomini d’ogni sorte; e ’l suo procedere
anco lo mostra, ch ’un che non è ignobile
ne fa ritratto. E, per questo, non piccolo
conforto ti vo’ dar, che tu non dubiti
di lui; che, se gli avessi avuto in animo
di tòrti e’ tuo’ danar, perché di scriverti