questi piú che a quelli, si ancora perché Terenzio e gli altri poeti latini e greci che hanno scritto comedie similemente non usarono una sola sorte di versi, ma ora questi ora quelli, secondo che è tornato loro comodo. Ma, per non esser molesto a Vostra Eccellenza illustrissima con questo mio proemio e per non disturbar gli alti concetti di Quella con queste mia cose frivole e di nessun valore, qui, umilmente baciandole le illustrissime mane e, quanto posso il piú, a Quella raccomandandomi, fo fine, pregando l’altissimo Dio che gli doni perpetua felicitá.