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atto secondo 241


Flamminio. Ah! ah! ah! ah!

Pedante. Ah! ah! ah! ah!

Ciacco. Ve ne ridete voi?

Pedante. Bene, optime, argutule. Sed de hoc iam sit satisBasti questo per evitare il titolo di «scurra».

Ciacco. È qualche cardinale questo Scurra o qualche bassa del gran Turco?

Flamminio. Ah! ah! ah!

Pedante. Mai, a punto! «Scurra» vuol dire un «buffone». Ciacco/ Dunque, trattate me da buffone?

Pedante. Absit il sospetto. Benché, essendo questa in ilio tempore stata calumnia di Cicerone, non te la doveresti prendere a verecundia tu, se io l’attribuissi a te.

Ciacco. Poco mi curo io di Cicerone né di Salamone.

Flamminio. Domine, avanti che mi parliate d’altro, vi voglia ricordare che io sono uscito di fanciulezza.

Pedante. E di questo habeo dolorem magnum; che, quando deveresti cominciare a dimostrarti uomo, torni a infanciullire. Repuerascis, mchercle, Flamminio. Nam Amor puer est e gli innamorati sempre convengono perpetrare opere da fanciullo. Ma non sai forse di quante erumne, di quante miserie, di quante ruine sia cagione questa bestia, bestia, inquam, rapacissima, fatta dominus deus da gente vana?

Flamminio. Non avete forse veduto quei libri che tanto lodano Amore, mostrando che da lui ne nascono tutti i beni?

Pedante. Lege tu quegli altri che ostendeno che da lui pullulano ed hanno exito tutti i mali.

Ciacco. Come possono stare questi duo contrari insieme? O che egli è buono o che egli è tristo.

Pedante. Egli è sempre malo, immo peximo. Et chi crede aliter decipitur di grosso errore.

Flamminio. Anzi, Amore è sempre buono; e tristo lo fa co’ suoi vizi chi è tristo. Come si può dir d’alcuni in questa cittá i quali, sotto spezie d’insegnar le virtú, ammorbano ogni sessoQuesti sono tristi; e tristo è il loro amore.

Ciacco. Coteste sono sentenzie, e non le vostre.