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12 | l’amor costante |
piú vi si appartiene tornare a pigliarla nella patria vostra.
Senza che, quando pur voi voleste tôr moglie in Pisa, molto piú vi si converrebbe questa figlia di maestro Guicciardo, per esser nobile, di etá di sedici anni, amata dal padre ed unica erede delle sue ricchezze che sono assaissime. E, oltr’a questo, v’ama tanto ch’io mi maraviglio a considerarlo. E il padre medesimamente ve ne stimula tutto ’l giorno: dove che Lucrezia si trova di etá di piú che vinti anni, serva e non figlia di Guglielmo, senza dote; e, ch’è peggio, v’odia tanto quanto voi ben sapete. Ah messer Giannino! Fate, un tratto, buon animo e, s’ella non vuol voi, non vogliate lei; e abbiate rispetto alla nobilitá vostra, all’etá, beltá e tante altre buone parti che sono in voi, per le quali infinite donne da piú che costei aranno di grazia che voi l’amiate. Non manca se non che vogliate disporre, un tratto, l’animo; che ben potrete, volendo, sí.
Messer Giannino. Quanto mi dispiacciono questi che voglion dar conseglio delle cose che non sanno e non han provato! Se tu sapessi, Vergilio, quanto io faccia conto di qualsivoglia altra donna o altra cosa al mondo, per Dio, per Dio, che tu non ti metteresti a gittar le parole al vento tante volte. Bastiti questo: che, se potesse essere rhe mi venissero alla presenzia quante donne furon mai al mondo di pregio, non sarebbe mai possibile che io non stimasse infinitamente piú ogni straccio che Lucrezia mi faccia che qualsivoglia bene che loro mi potessero fare. Sì che, se ami, Vergilio, la mia salute, come dici, ti prego, di grazia, che vogli piú presto aiutarmi che consigliarmi: perché, se non m’aiuti, sento espressamente mancarmi la vita; e invano ti dorresti poi di non aver con ogni sforzo riparato alla morte del tuo padrone.
Vergilio. Io non ho parlato cosí perch’io non abbi animo, fin che spirito sará in me, di operarmi con diligenzia in tutte quelle cose che mi commandarete; ma l’ho fatto perché, essendo io certo che non passará molto tempo, se voi pigliate costei per moglie, che voi conoscerete l’error vostro e indarno ve ne pentirete poi, io voglio sempre essere scarico d’avervi, come s’appartiene a buon servidore, predetta la veritá.