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atto primo | 225 |
Valerio. Sdegnisi quanto si voglia, converrá che si accheti, al fine. Io il voglio fare perché si castighi. Ma guarda che egli non venga a sapere il tuo amore, che altrimenti sturberesti il tutto.
Flamminio. Non ci dubitare. Ma vorrei intender questa burla.
Valerio. Puoi ben indovinare a che fine ho preso amicizia con la Belcolore fante di Livia.
Flamminio. Ora t’intendo: voi glie la volete condurre in iscambio di Livia. Ma io non penso che egli sará cosí semplice che non se ne avegga.
Valerio. Anzi, in questi fatti d’amore è egli la semplicitá istessa. Ma lassa pur faie a noi. Inteso hai a bastanza. Andiamo.
Flamminio. Andiamo; che, se tutti i nostri ragionamenti d’oggi fossero tra noi cosí lunghi, io penso che la notte ci venia a dosso che forse non si sarebbe fatto cosa alcuna.