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194 l’aridosia


Messer Alfonso. Per Dio, ch’egli è una gentil persona! E lei è lá drento?

Ruffo. Essendovi lui, non credo vi sia Tiberio. Ma ecco di qua chi forse ci saprá dir dove sieno.

SCENA III

Ruffo, Lucido, Messer Alfonso.

Ruffo. Saprestici tu insegnare dove sia Livia e Tiberio?

Lucido. A gitto.

Ruffo. Dove?

Lucido. Nel letto.

Messer Alfonso. Io comincio a pentirmi di esser venuto a Lucca.

Lucido. Che vuoi tu far di loro? Tu se’ pur pagato.

Ruffo. Quest’è’l padre di Livia; e vorrebbela vedere.

Lucido. Sia col buon anno. Essa ha anche gran desiderio di veder lui, che aveva inteso che era venuto; ma non vuol udir niente di tornar a Tortona. E Tiberio farebbe mille pazzie, s’ei se gne ne ragionassi; ma dice che, a dispetto d’ognuno, la vuol per moglie.

Messer Alfonso. Questo potrebbe forse essere la sua ventura. Ma, di grazia, menaci dove e’ sono, ch’io mi muoio di desiderio di vederla.

Lucido. Ei son qui in casa Marcantonio. Andiam per questa strada; e enterremo per l’uscio dirieto.

SCENA IV

Erminio e Cesare.

Erminio. Non dubitare, ch’io farò quello offizio con mio padre per te ch’io desidererei che fussi fatto per me. Ma sta’ di buona voglia; che ei ti riuscirá ciò che tu vuoi.