Pagina:AA.VV. - Commedie del Cinquecento, Vol. II, Laterza, 1912.djvu/175


atto terzo 163


Aridosio. Pigliate un po’ questa candela. Io ho bisogno di fare una faccenda.

Ser Iacopo. Eh! Badate costi, se volete. Io ho piú briga di voi che de’ diavoli.

Aridosio. Io ho voglia di fare...

Ser Iacopo. Fatela costi. Se voi vi partite un passo di ginocchioni, io m’andrò con Dio e lascerò stare gli spiriti tanto che venga loro a noia.

Aridosio. Oh! Non vi adirate per questo. Io starò quanto voi vorrete.

Ser Iacopo. V vi comando da parte di santo Cristofano che voi usciate di costi.

Lucido. Noi usciremo, noi usciremo.

Ser Iacopo. Ve’ che la ’ntendesti! Che segno farete voi per il quale noi possiam cognoscere che voi ne siate usciti?

Lucido. Rovineremo questa casa.

Aridosio. Noe, noe. Statevi, piú presto, drento.

Ser Iacopo. Non ci piace questo segno. Fatecen’un altro.

Lucido. Caveremo quell’anello di dito a Aridosio.

Aridosio. E’ son de’ maladetti! Io ho e’ guanti ed hannomi visto l’anello. Cotesto non vogl’io, che non me lo renderebbono.

Ser Iacopo. Né questo ci piace. Un altro ne bisogna.

Lucido. Enterremo a dosso a Aridosio.

Aridosio. Addosso a me? Io me ne maraviglio.

Ser Iacopo. Voi non avete turato tutti i luoghi a punto. S’ei volessino, v’enterrebbono a dosso per tutta la persona. Ma non dubitate: che, senza mia licenzia, non si partirebbono di li. State su ritto e ripigliate la candela. E vedete: uno di questi tre segni vi bisogna pigliare; eleggete qual piú vi piace.

Aridosio. Nessuno non me ne piace. Fatevene dare un altro.

Ser Iacopo. Io non li posso costringere a dar piú che tre segni.

Aridosio. Non se ne posson eglino andare senza far segni?

Ser Iacopo. Ei diranno d’andarsene e non se ne andranno.

Aridosio. Stienvisi. E’ verrá forse loro a noia.