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120 | l’amor costante |
Sguazza. Orsú! Addio, ch’io ho fretta.
Agnoletta. Oh! Dimmi prima: che ci è di nuovo?
Sguazza. Son trovati oggi mille parentadi. E che piú? Ti so dir per certo che tu starai domane a nozze perché maestro Guicciardo ha maritata Margarita.
Agnoletta. Come «maritata»? a chi?
Sguazza. A messer Giannino.
Agnoletta. Oh Dio! Che mi dici? El caso è che lui ne sia contento.
Sguazza. Contento? Gli par mill’anni! che non vuol che passi domane che si faccin le nozze.
Agnoletta. Gesú! Che mutazione è questa? che se ne mostrava tanto lontano! Sa’ lo di certo, Sguazza? ch’io ho paura che tu non mi burli.
Sguazza. Io dico che gli è cosi.
Agnoletta. In fine, non tei credo.
Sguazza. Se tu non mei vuoi creder, fa’ tu. Ti lasso: ch’io voglio ire a trovar messer Ligdonio.
Agnoletta. Dch! Dimmi se gli è ver, di grazia.
Sguazza. Vero! vero! vero! Vuoi ch’io tei dica piú?
Agnoletta. Oh Dio! quanto mi sento allegra!
Sguazza. Agnoletta, addio.
Agnoletta. Addio.
SCENA IX
Agnoletta sola.
Oh quanto sarai contenta, Margarita, quando sentirai si buona nuova! Or coglierai el frutto di tanta perseveranzia e fermezza; or porrai fine a tanta miserabil vita quant’hai fatto sino a oggi; ora i sospiri e le lagrime si convertiranno in dolcezze e abbracciamenti; ora il tuo amor costante sará esempio a tutto il mondo. Imparate, donne, da costei a esser costanti nei pensier vostri; e non dubitate, poi. Imparate voi, amanti, a non abbandonarvi