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atto quinto 103


Spagnuolo. Todas al viento las palabras.

Lattanzio. Qui, signor capitano, è gittato tutto quel che si parla de accordo, se contra questi assassini non ci sfoghiamo con la spada.

Primo fratello. Dch! Di grazia, non allonghiam piú la vita a costoro con far parole.

Spagnuolo. Por mi vida, que, si con las palabras se vinciesse, non fuera algun seguro. Con las armas no direis assi.

Secondo fratello. Muoio di tedio.

Vergilio. Crepo di dispetto.

Terzo fratello. Mi rodo di rabbia.

Todesco. Mattar! mattar! Non voler parole.

Messer Giannino. Diam drento, di grazia.

Capitano. Yo vos contentare, despues que accuerdo non puedo poner. Sii! Menais las manos.

(Qui va l’abattimento con li spadoni)

SCENA II

Messer Consalvo, Capitano, Messer Giannino, Guglielmo,

Lattanzio, Vergilio, Todesco, Spagnuolo, tre fratelli.

Messer Consalvo. Sará buon ch’io vada a visitar qualche amico mio di quel tempo. Ma che questione è questa? Saldi! saldi! saldi! Non fate, gentiluomini.

Capitano. Fermi, senores! por la presencia de messer Consalvo, que muy noble es Su Senoria.

Messer Consalvo. Senor Francisco, por que desciais combatter a estos gentilhombres?

Capitano. Todo mio ingegno tiengo metido en poner accuerdo entr’ellos corno es mi officio; mas, despues que non hazia nada, he dado en man las armas con que finir lor lid y nemistad.

Messer Consalvo. Que differencia tenen estos senores?

Capitano. Muy grande, por todos los santos.

Messer Consalvo. Dezimelo agora, de gracia.