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atto quarto 97


Spagnuolo. Que queremos de hazer de esto, messer Giannino? Desciais lo volver alla posada.

Todesco. Stare pazzo el.

Sguazza. Al corpo di san Bendone, ch’io ho visto balenar non so che dentro alla porta. Lassami ritirare al sicuro. Chi vuol morir muoia.

SCENA XI

Lattanzio, messer Giannino, Vergilio,

Spagnuolo, Todesco.

Lattanzio. Ecco i nemici che vengon di qua. State a ordine drento alla porta e non uscite, s’io non vi chiamo; perch’io vo’ parlar due parole a messer Giannino per veder s’io lo potesse distór da questa impresa acciò che, se fusse possibile, non s’avesse a metter a romor la terra.

Vergilio. Diam dentro, padrone. Entriamo in casa.

Lattanzio. Che ragion vi muove, messer Giannino, a voler cosi prosontuosamente venire a assassinare un povero vecchio in casa sua?

Messer Giannino. Che n’avete a saper voi? Un rimbambito, un tristo, un gaglioffo ha ardire di voler ammazzare la piú bella giovene di questa terra?

Lattanzio. Che v’appartien, questo, a voi? che avete da far delle cose sue?

Messer Giannino. Alle cose ingiuste è giustissimo ch ’ognun s’opponga.

Lattanzio. Avete a guidar la giustizia voi? Credete che, perché ei sia vecchio, non ci sia chi lo diffenda?

Messer Giannino. Defendalo chi vuole: che, ’l primo passo che fará contra noi, lo farem pentire di non averlo fatto in fuggire; che noi siamo o per lassarci la vita o per levargli la giovane di mano.

Spagnuolo. Senor messer Giannin, no curamos a esto vellaco. Ruamos, ruamos en casa