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Oltre a questa edizione, mi valgo, specialmente per le parti spagnuole, di quella compresa nella giá citata raccolta ruscelliana delle Comedie elette ove essa reca il seguente titolo: Il Sacrificio | de gí’Introitati, celebrato ne i giuochi d’un carnevale in Siena. Et | GV Ingannati, comedia dei medesimi. In Venetia per Plinio Pietrasanta, MDLIIII. — La stampa del 1537 ha quasi sempre «dinanci», «innanci» ecc.; ma anche, talvolta: «da hora innanzi» (a. 1, se. 3); «entrami innanzi» (ivi); «anzi l’ho in odio» (a. 11, se. 7); «vòimiti levar dinanzi?» (a. iv, se. 1); «non vi ci fui mai dinanzi» (ivi). Io adotto, in tutti i casi, questa seconda forma. — A. 1, se. 5: «È ben vero che pregano Dio e’l diavolo» (ediz.: «È ben che pregano...» — NelPa. iv, se. 6, verso la fine, Pasquella minaccia lo spagnuolo di bagnarlo se non si decide ad andarsene; e Giglio, secondo l’edizione del 1537, risponde: «Testate l’agua, el fuogo porrò io a está puerta» precisamente cosí anche l’ediz. di Venezia, Giolito, 1560 e quella del 1538 che, all’in fuori dell’anno, è priva di ogni altra nota tipografica. L’edizione, invece, del 1554 curata dal Ruscelli legge: «Heccia de l’agua, el fuego ponerò yo a está puerta». Ma né il «testate l’agua» ’né il «heccia de l’agua» danno senso alcuno. Si avrá qui, come io penso, una forma del verbo «echar». Per ciò, sopprimo il «h» di «heccia»; e, riunendo il «de» aV«eccia», scrivo: «ecciade (italianizzamento di «echad») l’agua» = «gettate l’acqua». Per il rimanente, seguo, com’è naturale, l’edizione del 1537. — Al termine della commedia aggiungo l’indicazione «Scena Vili» sopra le parole «Stragualcia a li spettatori».