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ovvie correzioni di errori tipografici non rendo conto, come non ne rendo conto per le altre commedie. Ma si noto alcuni pochi emendamenti congetturali che potrebbero anche non esser giusti e che, per ciò, devono essere sottoposti al giudizio dei lettori insieme con la lezione originale. A. il, se. 3: «voglio andar... a trovar l’oste... e fare che me dia un quinto de vino e un pezzo de trippa» (ediz.: «... un quello de vino...»). — A. iv, se. 1: «no ghe ho invidia a persona del mondo per saver fare una romanesca, una pavana» (ediz.: «... una romansecha una pauana»; e «romansecha» potrebbe anche stare per «romanza»). — A. v, se. 6: «Ho deliberato... andare sin qui a questo caupone e concernere con ocello de linceo se ivi stanziassino» (ediz.: «... se uui stantissino»). — Non ho saputo, invece, emendare queste parole di Malfatto nell’a. 11, se. 5: «Che veramente, l’ediz. ha, come altrove, «Ch’» nascio si no pelle di te quello mastro». Il «Che nascio» parrebbe richiamarci a un interrogativo «Che ne so?»; e il «di te» potrebbe essere un «dite» («dite, quello mastro»): ma le parole mediane «si no pelle» non vedo proprio come possan correggersi. Per ciò riporto tutta intera la frase cosí come si trova nell’edizione. — E anche riproduco tali quali, persino nella punteggiatura, i tre distici latini cantati da Luzio nell’a. v, se. 7. Non danno noia, in essi, gli strafalcioni perché tali strafalcioni potrebbero essere stati voluti a bella posta dall’autore per canzonare la ridicola buaggine del pedante. Nessuna difficoltá ad ammettere che il «parcere» abbia qui funzione d’imperativo; e che il «vede» sia usato invece di «redi»; e, persino, che le due parole «mi sequerere» possano fondersi in un’unica parola «misequerere», grottesca deformazione di «misererei. Ma il male è che, anche ammettendo ciò, non si riesce a cavar dal primo e dal terzo distico nessun chiaro significato. Vedano, dunque, i lettori di esercitare il loro acume critico e di risolvere per se medesimi quelle difficoltá che a me sono rimaste insolubili.

III

I TRE TIRANNI


Ecco il titolo della sola stampa che di questa commedia sia stata fatta dal Cinquecento ad oggi: Comedia di Agostino Ricchi | da Lucca, intitolata i Tre Tiranni, Recitata in Bologna a N. Signore, et a Cesare, Il giorno de la Commemoratione de