Pagina:AA.VV. - Commedie del Cinquecento, Vol. I, Laterza, 1912.djvu/366

358 gl’ingannati


Fabrizio. Il duca di Malfi dove alloggia?

Agiato. Quando alla mia, quando alla sua, quando alla «Spada», quando all’«Amore», secondo che ben gli mette.

Pedante. Dove alloggiano i romani? perché noi siam da Roma.

Agiato. Con me.

Frulla. Non è vero: non trovarete un che v’alloggi in tutto l’anno. Vero è che certi cardenali antichi, per usanza, vi sono alloggiati; ma tutti questi novi dan del capo nel «Matto».

Stragualcia. Io non mi partirei di qui, s’io ne fusse strascinato. Vadin costoro dove vogliono. Padrone, son tante pignatte intorno al fuoco, tanti pottaggi, tanti savoretti, tanti intengoli, spedonate di starne, di tordi, di piccioni, capretti, capponi lessi, arrosto e miramessi, guazzini, pasticci, torte che, s’egli aspettasse il carnovale o la corte di Roma tutta, gli bastarebbe.

Frulla. Hai tu bevuto?

Stragualcia. E che vini!

Pedante. Variorum ciborum commistio pessima generat digestionem.

Stragualcia. Bus asinorum, buorum, castronorum, tatte, batatte pecoronibus Che diavolo andate intrigando l’accia? Che vi venga il cancaro a voi e quanti pedanti si truova! Mi parete un manigoldo, a me. Padrone, entriam drento.

Fabrizio. Dove alloggian gli spagnuoli?

Frulla. Io non m’impaccio con loro. Cotesti vanno al «Rampino». Ma che bisogna piú cose? Non c’è persona che vada a torno che non alloggi a questa insegna. Dai sanesi in fuora, che, per esser quasi una cosa medesma coi modanesi, non giongan prima in questa terra che truovan cento amici che se gli menano a casa loro, signori e gran maestri, poveri e ricchi, soldati e buon compagni, tutti corrono al «Matto».

Agiato. Io dico che i dottori, i giudici, i frati virtuosi, tutti vengono alla mia insegna.

Frulla. Ed io vi dico che passan pochi giorni che qualcun di quelli che sono alloggiati allo «Specchio» non eschino fuore e non venghino a star con me.