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356 | gl’ingannati |
modo; ove, allo «Specchio», vi mettará a conto fino le candele. Fate voi.
Stragualcia. Padrone, stiam qui, che gli è meglio.
Agiato. E fate a mio modo, se volete star bene. Volete che si dica che voi siate alloggiati al «Matto»?
Frulla. È cento mila volte meglio il mio «Matto» che non è il tuo «Specchio».
Pedante. Speculum prudentia significat iusta illud nostri Catonis «Nosce teipsum». Intendi, Fabrizio?
Fabrizio. Intendo.
Frulla. Veggasi chi ha piú osti: o tu o io.
Agiato. Veggasi dove van piú uomini da bene.
Frulla. Veggasi ove son meglio trattati.
Agiato. Veggasi chi tien piú dilicato.
Stragualcia. Che tanto «dilicato, dilicato, dilicato»? Io . kjjn vorrei, una volta, empire il corpo meglio e star manco dilicato, per me, io; che tanta delicatezza è cosa da fiorentini.
r ^V Agiato. Tutti cotesti alloggian con me.
Frulla. Alloggiavano; ma, da tre anni in qua, tutti vengono a questa insegna.
Agiato. Garzon, pon giú quella valigia; che m’avveggo che la ti spalla.
Stragualcia. Non ti curar di questo, tu; ch’io non voglio ^ alleggerir la spalla, s’io non veggo di caricar prima il ventre.
Frulla. Bastarannoti un paio di capponi? Porta qua. Questi son per te solo.
Stragualcia. Non, ch! Ma gli è per uno antipasto.
Agiato. Guardate che prosciutto, se non pare un cremisi!
Pedante. Questo non è cattivo.
Frulla. Chi s’intende di vino?
Stragualcia. Io, io, meglio che i franzesi.
Frulla. Assaggia se ti piace: se non, te ne darò di dieci sorti.
Stragualcia. Frulla, al mio parer tu sei piú prattico di questo altro che prima ci mostra il modo da far bere che sappia se ’l vin ci piace. O padrone, gli è buono. Tolle, tolle questa valigia.