ch’in duo sol giorni era giá fatto tale
ch’ora mi pare uscir di sepultura
e tornar vivo. E sarei morto, certo,
se non me ne campava la speranza
di tornare ove fosse e fare in modo
ch’ambo siam prima d’está salma scossi
che lontani o divisi; in fin che ’l cielo,
che ci ha congiunti, ne divida e sparta.
Dica pur quanto vuol ciascun; che, al fine,
è pazzo quel che ne’ propri interessi,
per viver sol sotto costumi e usanze,
se ne governa come piace altrui.
Usciremo or d’affanno. Pilastrino Tocca forte,
che non posson sentir. Calonide Va’. Guarda a l’uscio, Fronesia E tu vatti governa, Lucia,
con i panni ordinari; che Crisaulo
oggi verrá come ancor venne ieri.
Forse non piace a Dio. Qualcun de’ suoi
l’avrá tenuto. Fronesia Apri, apri; è lui; è Crisaulo
con molta gente. Oh che felice giorno!
Lucia, torna di qua. Calonide Di’ ’l vero? È desso?
Èvvi il mio Girifalco? Andiamgli incontra.
Suonisi ogni strumento e facciam festa.
Abbraccia il tuo Crisaulo. O Girifalco,
non v’aspettava piú. Ringrazio Iddio
ch’in si poco ha condotto ad un bel fine
si onesta impresa. Girifalco Ed io ringrazio prima
il cielo e poi voi duo che a la mia vita
dato avete soccorso; che non era
possibil che durasse piú dieci anni.
Or son felice, al mondo.