s’io m’affaticherò che vadin bene
i boccon giú! che, se de vessi ancora
durar tre giorni in quella cosa dolce,
me ne voglio saziar; né mai partirmi
per fin che ’l ventre non mi dice: — Tura. —
Andiam pur lá. Crisaulo Ma non è ancor gran cosa:
che, quando ben riguardo a le parole
che fúr tra noi, non veggio, senza carco
e senza dar gran macchia a l’onor mio,
poter ritrarmi da si fatta impresa.
È ver che tempo fu ch’io non pensai
d’averlo a fare: onde, piú del dovere,
son stato di parole liberale
per venire a la fin del mio disegno.
Or veggio meglio che noi posso fare
e mancare a’ miei detti: ond’io, in ciò, voglio
che la necessitá l’errore iscusi.
Ma non ti veggio, Girifalco, lieto
com’io vorrei. Girifalco Io son pur troppo allegro:
tanto che non mi par d’esser capace
di tanta gioia; onde l’alma, in se istessa
talor rivolta, si stupisce e quasi
non crede ch’in vecchiezza tanto bene
le venga quanto è questo di tal donna
e si da bene. Pilastrino E che! Sei fatto sposo,
padre degli anni, ove tutti i difetti
e’ ha la vecchiezza in sé son giá scoperti?
È vero o mi berteggi? Crisaulo Tu noi credi,
ch, Pilastrino? Gli è pur troppo vero.
Credilo a me, che sono stato il mezzo.
Calonide è la sposa; e sallo Iddio,
s’io ci ho durato punto di fatica!