penso che l’abbi tu; benché sia poco,
e di parole. E poi, del resto, il male
è giunto a tal ch’ornai piú cosa umana
non li può dar conforto. Fronesia Dillo, adunque;
ch’io ti prometto quel che in questa vita
onestamente per me si può fare
in ogni cosa. Filocrate Accetta questo, prima;
e dammi realmente la tua fede
di quello che ti voglio dimandare
dirmi la veritá. Fronesia Son ben villana
a pigliar si gran dono! Pur, l’accetto,
offerendomi a te parata sempre.
T’impegno la mia fede. E si ti giuro
di non mancar, sopra l’anima mia,
se gli è cosa ch’io sappia; e dirti il vero,
come farei al frate. Filocrate Io t’ho parlato
or ne la lingua nostra per vedere
se mi ricognoscevi; ma son certo
che ti son tanto fuor di fantasia
che non te ne ricordi. Io son Filocrate,
Fronesia cara. Fronesia Che sento oggi dire?
Filocrate sei tu? Si! È desso, a fede.
Lasciamiti abbracciar, che di dolcezza
e di compassion m’hai mosso il core.
Piango e non so di che. Quasi noi credo.
Non t’arei in mill’anni afiígurato;
che pari un altro. Filocrate Aimè! Son bene un altro:
cangiato di presenza negli affanni;
ma quello sventurato di mai sempre.
Io piango di dolcezza e di dolore: