Pagina:AA.VV. - Commedie del Cinquecento, Vol. I, Laterza, 1912.djvu/293


atto quinto 285

          dar lume a questo e quell’altro emispero
          con si soave raggio che si eterni
          la primavera: a che pensando, parmi
          veder tornata giá l’etá de l’oro./
          L’altro, Alessandro; che al valore antico
          del grande antecessore, ne’ verdi anni,
          succede si che par giá che sostiene
          ogni speranza che ha ’l Tosco e il Latino.
          Taccio or del gran legnaggio piú ministri
          i quai, se avesse auto ai primi tempi
          Roma, via piú d’onor l’ariano ornata
          che né Fabrizio né Caton né Scipio:
          il gran Salviati, un Tomaso, un Francesco;
          un di prudenza, un di bontade esempio
          e l’altro di giustizia, il Guicciardino;
          il qual la terra nostra or teme ed ama.
          Ei ben si può dar vanto d’esser nato
          per governar provincie, imperii e regni:
          di che, non sol s’allegra l’Arno e Ibero,
          ma tutto quello che la santa Chiesa
          onora ed ama; onde confuso trema,
          sotto il nome Clemente di pastore,
          non manco che giá fèsse il fiero artiglio
          del Lion valoroso, ogni gran fiera
          ed ogni lupo al bel gregge nimico^
          Filocrate  Está fama se a adquirido nuestro
          ’muy Santo Padre, en todo el mondo, con
          muchas pias y buenas obras; la qual
          durará tanto quanto del tiempo
          el movimento. O quanto deve olgarse
          todo el mondo! que con tanto amor,
          aora ultimamente, y entera fé
          an firmado ambos y fortificado
          los fondamentos de la eterna paz;
          que no solo seran siempre unidos
          mas tomas una vida y una alma: