ad alcun tenderai si fatte reti.
Questo è ’l buon merto (ah scelerata Circe!)
del mio servir? Lasciami, te ne priego,
far si giusta vendetta e che tal peste
toglia davanti a chi, non cognoscendo
com’io fosse per essere ingannato...
Lascia! lascia! che questo non è ’l primo.
Non ti varranno... Compagni Resta! resta! sta’!
Tienlo. Non odi? Toglili quell’arme.
E che volevi far? Poco cervello!
Pòrti con una... Filocrate Lascia, oimei!
che vo’ sfondar quell’uscio e le fenestre.
Stelle crudeli, e che vo’ far di questa
mia vita? State un poco. Aimei! Son morto.
Non mi menate via. Compagni Vien: non gridare. i
Pigliai di lá. Su! Ben. Con manco strepito
che si può. Zitto! Filocrate Taci, taci, taci!
Leva, leva! Ognun corra ai malandrini.
M’avete assassinato. Ah traditori!
E dove mi portate? Lascia qui.
Non è la tua. Non mi legate stretto,
che non voglio fuggire. A le prigioni, ah?
Morrò pur dunque, un tratto, e farò sazi
quegli avoltori ch’entro il petto ogni ora
pasco col core: anzi, una donna; io mento:
una fera crudele. A quanto strazio
m’hai riserbato, Amore? Anzi, son morto.
Dico che no. Ah! Cecco di Bertella,
aiutami, che sia scannato a brenti!
E tu, Giannosso, che sia scorticato!
Chi l’avria mai creduto? A questo modo
mi lascian stracinare a la famiglia.