Crisaulo MADRIGALE
Non vedrá mai queste mie luci asciutte,
in alcun tempo, il cielo
né l’alma de le dolci fiamme spenta
per fin ch’ella si spogli,
lieta, del mortai velo,
lasciando il corpo e l’amorose lutte.
Alta luce, che accogli
l’anima ch’è contenta
in cosí dolce foco arder mai sempre,
con meno amare tempre
scorgi l’alma che è giunta all’ultim’ora;
poi che, morendo, ancor t’ama ed onora.
Fileno Ah! Tu sei pur di bello in su la grossa!
Oh! Che canzone è quella, da cantare
il di de’ morti! Crisaulo Ahi! Luce di mia vita,
che al cor lasso di si dolci pensieri
fosti esca un tempo, altro or da me non vuoi
che pianto e morte. È venuto ornai l’ora.
La ti do volentieri. Fileno Aimè, padrone! Crisaulo Io passo. Potrai dirle tu con vero!
ch’io son morto per lei. Fileno Timaro, corri;
porta aceto rosato e malvagia
e confessioni. Aimè! ch’io tremo tutto,
• che ’l padron si vien meno. O sommo Iddio,
chiunque puoi col sol benigno sguardo
al mio caro signor porgere aita,
dch! muovati pietá, se quella solo
ne gli spirti celesti vive e alberga;
né vogli di si cruda e acerba morte
di chi piú che sé t’ama e sopra a tutti