che ti direi una mia fantasia
sopra di questo; ma ci voglio meglio
pensar. Lascia, ch’io vengo infra duo giorni
con qualche aiuto. Fa’ che, in questo mezzo,
tu non ti pigli affanno. Crisaulo Iddio volesse
che lo potessi far! Artemona Fa’ di sforzarti. Crisaulo Dch! Perché non poss’io tante parole
formar col pianto o, co’ sospiri ardenti,
dar tanto di valore a questi venti
’che al cielo ancor de l’acerbe mie pene
giunga pietade? Che giá qui mi pare
ch’ogni cosa mortai meco s’attristi,
meco pianga e sospiri e mostri in vista
di compassion sembiante; se non quella
che sol desia vedere in mezzo agli anni
quest’alma spenta. E giá condotta è a tale
che poco manca che si dura vita
non abbandoni e si ritorni ignuda
al suo Fattor. Fileno Caro padrone, affrena
questi tuoi pianti. Tu vuoi pur far lieti
i tuoi nimici e noi sempre tenere,
miseri, in duolo. Se non vuoi aver cura
a te medesmo, abbi almanco rispetto
a noi; che piú t’amiamo e piú nel cuore
abbiam le tuoi passion, gli affanni e pene
che piú ci affliggo n che le nostre istesse.
Prendi questo leuto; e, per uscire
di tanto duolo, fa’ che suoni e canti
qualche canzone allegra. Crisaulo Altro non posso
cantar se non di quel che dentro il cuore
mi muoverá. Fileno Su! Non star piú; ch’io senta.