Passava ier da casa di Calonide.
Ed erano ivi aspettarlo a la porta
duo servi o tre. E mi fermai con loro,
alquanto, a ragionare; e intesi questo
con mille altre grandezze che di nuovo
fa per colei. Girifalco Oimè! che mala nuova
è quella che mi porti, sciagurato!
Poi non debbe esser vero; e tu lo dici
per vedermi morire. Pilastrino Oh! tu ti cangi
cosi di cera! E’ par che abbi paura
di quel marcetto. N’è ben gran pericolo
che ti scavalchi! Girifalco Or to’ questi ristori,
Girifalco meschino. E si, fu vero?
Era pur dentro in casa quel tignoso?
Vedesti ’l tu? Pilastrino Si, vidi poi a l’uscire,
che fu in sul buio; ma non so giá dirti
quel che v’avesse fatto. Girifalco Aimè tapino!
Perché voglio piú viver? Prego il cielo
che faccia in modo ch’io mi rompa il collo
prima ch’abbi a morir di questa morte.
Cara la vita mia, non ti ricordi
giá piú di me. Tu mi fai pur gran torto,
che sai che ’l primo di non ti cercava.
E tu ti innamorasti cosí forte
di me che non vivevi ben quel giorno
che non facevi dirmi qualche cosa. Listagiro Lascia pur: ti trarem questi pensieri. Girifalco Ed ora, che t’ho posto un poco amore,
sei si ritrosa! E forse ancor mi cambi
per una nebbiarella. Che se, un tratto,
mi dá fra l’unghie, ne vo’ fare appunto